martedì 9 aprile 2013

Appendice 3, pagina 3: i vampiri

Passiamo al tema clou, quello forse di più difficile trattazione e contestualizzazione: i vampiri di Legacy of Kain.


Per prima cosa, dimenticatevi cos'è un vampiro, non tanto nelle sue caratteristiche fisiche (che anche in altri casi sono molto aleatorie e mutevoli) quanto piuttosto nelle implicazioni che queste rappresentano per il personaggio. Per definizione un vampiro è infatti un essere "delle tenebre", che vive nascosto, che caccia dall'ombra e una volta finito in essa ritorna fino alla prossima preda o fin quando qualcuno non andrà letteralmente a stanarlo. Insomma, l'idea che sta dietro al vampiro "tradizionale" a cui si era giunti a fine XX secolo rimanda bene o male ad un animale da preda o poco più, magari di per sé intelligente ma votato al "male" puro per via della sua natura e delle sue necessità alimentari; qualcosa per certi versi anche subdolo, che non affronta apertamente la sua vittima e che se colto impreparato è facilmente eliminabile. Siamo quindi ad una specie di scontro alla pari (fatto di attacchi nei momenti di debolezza reciproci), in cui le due parti si distinguono solo perché una è buona e l'altra è cattiva (o come minimo contro natura).


In Legacy of Kain, tanto per cambiare, è tutto al contrario. Benché non si abbiano così tante informazione sui vampiri in senso lato, che compaiono solo occasionalmente, l'immagine che ne dà Blood Omen valga su tutto il resto.

Il giovane Kain, "neo-vampiro" tipo, ha una "tana" nel suo mausoleo, ma non ha nessuna paura a muoversi in lungo e in largo a qualsiasi ora del giorno o della notte, passando anche per villaggi e città, al limite usando la magia per fingersi umano e non essere costretto a continui scontri. Deciso in ogni sua azione e con una personalità ben marcata, Kain continua a ragionare come una qualunque persona, decidendo su cosa e come fare e rendendo la sua condizione di vampiro più un fatto incidentale molto comodo che un vero e proprio condizionamento. Per dirla in altri termini, Kain non si trova mai a "combattere" la propria condizione, per la semplice ragione che questa non gli è di ostacolo in nulla, diventando occasionalmente anzi un discreto vantaggio. La sua trasformazione si tratta di un cambio di prospettiva ma non di "schieramento", perché qui la guerra non è tra bene e male, ma tra ogni singolo individuo e il resto del mondo.

L'altro forte esempio che viene fornito è ovviamente Vorador, che invece ha da tempo finito di vivere le sue "avventure giovanili" e si è ritirato, per così dire, a vita privata. Il che però non coincide in alcun modo con il modello del vampiro forte nell'ombra e che si nasconde durante il giorno perché teme di farsi trovare impreparato. Vorador rimane, esattamente come Kain, una sorta di dio in terra, che nel tempo ha accumulato una tale forza da potersi permettere ben altra vita che quella di un conte Dracula qualunque: dominati, forse per sfida, anche gli elementi a lui ostili, Vorador ha eretto una villa iper-sfarzosa nel mezzo di una foresta paludosa, base per una serie di "raid" a caccia di umani con cui sfamarsi tranquillamente poi a casa propria. La sua villa è però tutt'altro che il suo "rifugio" nel senso di "protezione"; è semplicemente un luogo dove vivere agiato e tranquillo, garante lui stesso con la sua persona della sicurezza dell'area, tanto da avere in casa propria una sorta di harem di vampire che da lui dipendono per il cibo che procura loro. Kain dice addirittura, durante la visita alla villa: "Il fatto che questa ostentazione quasi volgare di ricchezze rimanesse inviolata era una testimonianza della superiorità della paura sulla cupidigia", intendendo che nessuno osava entrare non dico per uccidere il proprietario, ma neanche molto più semplicemente per rubare una delle tantissime cose di valore esposte in bella vista.

E' anche curioso come Kain si rapporti a Vorador; a criticare di lui sono principalmente proprio la vita sedentaria e la convinzione di onnipotenza, a dimostrare che il giovane vampiro è in realtà più accorto dell'anziano, benché meno potente. In sostanza, tolti i punti in comune della loro condizione le divergenze di pensiero e di azione dei due potrebbero benissimo essere quelle di due esseri umani, un giovane avventuroso e disposto a rischiare per mettersi alla prova e un anziano che ritiene con la sua esperienza di essere superiore all'altro e cerca di dargli consigli secondo il suo punto di vista. Questo, se ancora ce ne fosse bisogno, infrange l'ultima "grande caratteristica" dei vampiri tradizionali, ovvero la sudditanza del giovane all'anziano e il coincidere automatico di età e conoscenza/saggezza, ammirata o invidiata dall'altro.


Assistiamo però, nel corso dei giochi, anche ad una tipologia di vampiri che più ricordano quelli tradizionali, stanziali e privi di intelletto attivo: i vampiri degenerati di Soul Reaver. L'evidente differenza che viene fatta tra Kain, che rimane sempre se stesso nel corso del tempo, e i vampiri "inferiori", che più sono deboli e più perdono una propria volontà e una forma fisica composta e armonica, si ricollega al tema dell'importanza della personalità e della mente per tutti i personaggi di questo mondo, dato che il più forte è necessariamente anche il più scaltro. Così abbiamo i fratelli di Raziel, che mantengono il controllo del proprio clan ma si dividono e si stanziano in una vita tribale, e poi le loro genti, che sono poco più che bestie da preda neppure dotate della parola.


Da notare come questa traslazione di funzione della creatura mitologica non interessi unicamente i vampiri: benché abbiamo pochi esempi di altre grandi entità non umane, tutte quante finiscono per fare sempre e solo il proprio gioco, senza dipendere da canoni o scelte distintive di razza. Il Signore dei Sarafan di Blood Omen 2 fa sì un po' la parte del super-cattivo che vuole distruggere/dominare il mondo, ma anche in quel caso abbiamo pur sempre un "agente neutro" intento a compiere la propria missione, come tutti gli altri. E lo stesso, colpo di scena mascherato, fa il Dio Anziano: che propriamente Dio non può più essere definito, una volta che Kain lo seppellisce sotto le rovine della cittadella dei vampiri, piuttosto l'ennesimo giocatore della partita del dominio tramite il controllo degli altri.

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