martedì 9 aprile 2013

Appendice 3, pagina 4: i personaggi

Neppure qui, dove mi sto prendendo tutto lo spazio che voglio, potrei mai parlare estesamente di ogni singolo personaggio di una certa rilevanza comparso nella saga. Ovviamente esistono degli ordini di priorità, a cui mi atterrò, motivo per cui mi troverò a creare delle sorte di "categorie" di personaggi in base al loro tipo di operato.


E' necessario, prima di qualsiasi altra cosa, spendere ancora qualche parola su Kain. Benché ne abbia già praticamente scritto la monografia nel corso delle pagine precedenti, credo manchi ancora una riflessione fondamentale riguardo il suo diverso ruolo nei vari capitoli.

Quando Kain è protagonista in Blood Omen e Blood Omen 2, infatti, è un "Kain pedina", che non fa altro che agire in prima persona per raggiungere i propri scopi (apparentemente). In Blood Omen si ritrova manovrato e in Blood Omen 2 no, ma la cosa fa poca differenza dal punto di vista suo personale: è sempre il "Kain giovane", che non delega a nessuno ciò che va fatto e che si opera sempre direttamente per far valere la sua forza intrinseca.

In Soul Reaver e Soul Reaver 2 c'è un cambio totale di prospettiva, che va ben oltre l'ovvia considerazione che il giocatore non segue più lui come protagonista. In effetti, qui Kain "agisce" molto meno, lasciando che sia Raziel a farlo. Riguardo il perché di questa cosa, andando oltre all'utilità intrinseca dell'espediente per far appunto usare Raziel a chi gioca, un senso si può eccome trovare. Kain ha vinto tutte le sue guerre, e quindi ha smesso di avere la necessità di agire per affermare il proprio potere; è salito al "livello successivo" di controllo, quello di far agire altri al posto suo ma in suo favore. E' con questa variazione che di fatto Kain si impone come un Dio in terra (un Dio nell'ottica della Nosgoth che già ho descritto), andando a minare l'egemonia dell'Anziano e diventando una seria minaccia per gli Hylden; che, a ben pensare, non fanno qualcosa di molto diverso - solo lo fanno da molto più tempo. Per sfidare un nemico che non può combattere con la forza, Kain si trova quindi costretto a creare un nuovo "cane sciolto", Raziel, a buttarlo nella mischia da cui lui stesso si è faticosamente elevato e a cercare di guidarlo come può dall'alto, sperando di fargli realizzare un piano così folle da funzionare: la "moneta che cade di taglio", a conti fatti, è proprio Raziel che compie le azioni che compie.

E' con Defiance che i nodi arrivano al pettine, nel bene e nel male. La figura di Kain subisce un considerevole "abbassamento funzionale", che però è giustificato dal fatto che il suo piano si è compiuto: Raziel ha rimodellato la storia, e ora non esiste più alcun percorso, neppure uno da evitare o alterare. E' per questo che Kain ricomincia ad agire così attivamente: Raziel ha già fatto, dal suo punto di vista, ciò che doveva fare.


E ora è il momento, dopo tante parole su Kain, di dire anche qualcosa su Raziel. Protagonista "a prestito", come ho già spiegato, Raziel prende nella storia più che altro la funzione di distogliere l'attenzione del pubblico dal progetto di Kain per rituffare tutto nel caos dei complotti e delle profezie che si intrecciano e sembrano a volte mescolarsi tra di loro.

Kain, infatti, per poter affrontare un nemico fuori dal suo raggio d'azione escogita l'uccisione di Raziel, nient'altro che una trappola: sa che i suoi avversari non perderanno l'occasione di sfruttare l'odio provato dal suo ex-soldato per cercare di eliminarlo, e che così facendo rischieranno di scoprirsi. Se in Soul Reaver questo aspetto non traspare la cosa è tanto di guadagnato in Soul Reaver 2, dove ciò che si è visto nel precedente capitolo assume tutto un nuovo senso. Raziel smette di seguire il percorso unico che gli viene comodamente offerto dall'Anziano e si rende conto del reale stato delle cose, anche se non nel dettaglio. Nonostante il tentativo, favorito da Kain, di prendere in mano il proprio destino, Moebius finisce per ingannarlo, ed è nuovamente una contromossa di Kain a salvare la situazione e a portare a termine la fase uno del suo stesso progetto.

In Defiance la questione si complica, come ho già spiegato. Kain smette di "pilotare" Raziel per la semplice ragione che il suo piano si è bene o male compiuto; solo che a questo punto Raziel si trova nuovamente senza una guida, e finisce per fare ancora il gioco di qualcun altro: influenzato dagli Hylden, infatti, strappa il cuore a Kain per far rinascere Janos, convinto di stare finalmente per trovare le risposte che cercava da tempo. Peccato che Janos non sappia dargliele, e che quest'ultimo venga a sua volta usato dagli Hylden come loro agente nel mondo: in un colpo solo, Raziel ha eliminato il principale baluardo di Nosgoth dalla minaccia dell'invasione (Kain) e ha fornito all'esercito nemico un generale (Janos). Ma la partita non si è ancora conclusa, perché alla fine Raziel capisce il vero significato delle profezie degli antichi vampiri e, per così dire, fa un notevole assist a Kain a costo di sacrificare se stesso. E' allora che Kain, purificato dalla corruzione di Nupraptor e divenuto il "campione dei vampiri", riesce a vedere tangibilmente il nemico a lui fino ad allora invisibile che tutto quanto aveva orchestrato alle sue spalle: l'Anziano. E, essendo lui meramente più forte, ha modo di metterlo almeno fuori gioco con un'azione diretta.


La figura più enigmatica e ambigua di tutta la storia è senza dubbio proprio quella del Dio Anziano. Lo troviamo infatti nel ruolo di "grande manovratore" alle spalle di tutti, ma non è realmente chiaro per conto di chi o di che cosa. Tenendo a mente che già gli antichi vampiri lo veneravano al punto di suicidarsi in massa una volta maledetti con l'immortalità perché staccati dal suo ciclo di morte e rinascita, la Ruota del destino, verrebbe da pensare che egli sia estraneo e/o avverso agli Hylden (che dopo la guerra gli avrebbero fatto in questo modo un notevole torto). Se assumiamo che egli agisca per conto proprio, però, non si può non notare che le sue azioni finiscono in certi casi per favorire la venuta dei medesimi: eliminare i vampiri a vantaggio degli umani, schiavi del suo circolo di vita e morte, vale il rischio dello sterminio di entrambi ad opera di una terza razza, anch'essa apparentemente da lui non dipendente? La spiegazione che credo vada presa per buona per far tornare tutto è che egli non si renda conto fino in fondo del rischio che Nosgoth corre col crollo dei Pilastri, o che più semplicemente conti di risolvere un problema alla volta, occupandosi intanto dei vampiri per poi, eventualmente, pensare agli Hylden.


I terzi grandi "manovratori" della parte recente della storia (Soul Reaver-Defiance) sono proprio gli Hylden, razza esiliata da Nosgoth in un tempo lontanissimo e che cercano in ogni modo di ritornare, cosa per cui è prima di tutto necessario abbattere i Pilastri. Temendo il potere dei vampiri, e di Kain in particolare, il loro obiettivo nella partita è anche quello di farlo fuori dopo averlo usato per il primo scopo. La loro azione è però diversa da quelle degli altri: non convincono con le parole, si limitano a "possedere" chi intendono far agire per loro conto, convincendolo mentalmente della giustezza delle azioni che gli fanno compiere. E' così che usano Mortanius, facendogli uccidere Ariel, scatenando la maledizione di Nupraptor nel Cerchio, per poi fargli uccidere e resuscitare Kain per poter distruggere l'Equilibrio e con esso i Pilastri stessi. In un secondo momento, cogliendo l'occasione presentatasi dopo una lunga e complessa macchinazione, influenzano Raziel per eliminare (almeno nelle loro speranze) Kain, una pedina diventata scomoda che però si rivela più resistente del previsto.


C'è poi tutto un sottobosco molto vario e complicato di agenti più o meno consapevoli dei vari poteri in gioco. Moebius è volutamente al servizio dell'Anziano, pur non sapendo di non stare agendo per conto di un vero Dio ma di un essere mostruoso che come tale gli si presenta. Mortanius, come già detto, è manipolato dagli Hylden. Kain è in un primo momento manipolato un po' da tutti quanti, direttamente e/o indirettamente, anche se alla fine riesce a mettere in gioco al posto suo Raziel per attuare una contromossa vincente (almeno per quanto della storia viene detto fino al quinto gioco; non escludo fossero previsti ulteriori capovolgimenti di tutto in The Dark Prophecy). A fare sempre la parte delle pedine sono gli umani comuni, in primis i Sarafan, vecchio e nuovo ordine (facendo peraltro prima il gioco di una e poi dell'altra parte). E anche Janos, Guardiano della Mietitrice e ultimo degli antichi vampiri, finisce per rivelarsi una sorta di jolly per chiunque lo peschi: prima di morire è parte del piano di Moebius e quindi dell'Anziano per fare uccidere a Raziel se stesso da umano, così da auto-eliminarsi (Soul Reaver 2), mentre dopo resuscitato diventa una pedina degli Hylden, e lo scopriamo essere stato addirittura inserito nella "Macchina" volta a sterminare tutti i vampiri di Nosgoth (Blood Omen 2). Solo alla fine, sacrificandosi, dà a un giovane Kain la possibilità di cacciare momentaneamente il nemico.


Caso a parte è Vorador, che agisce per contro proprio, anzi, non agisce, finendo per dare solo qualche sporadico consiglio poi non ascoltato (a Kain) o addirittura usato per gli scopi di altri (a Raziel), a dimostrazione di quanto egli sia di fatto fuori dai giochi e incapace di intervenire con decisione nelle macchinazioni globali.


Spero di essere risultato sufficientemente chiaro; e immagino abbiate capito che non scherzavo quando dicevo che senza conoscere a priori tutta la trama non ci avreste capito un'acca.

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