lunedì 15 aprile 2013

Conclusione: cosa è cambiato oggi

Questa pagina è pensata per essere una chiusura del mio lavoro, e forse quindi viene pubblicata un po' troppo in anticipo. D'altra parte, è il momento che mi spinge a scrivere subito: voglio immediatamente mettere nero su bianco quello che penso dell'enorme polverone che si sta sollevando sempre più negli ultimi mesi, perché predicare la pace in tempo di pace è sia un po' troppo facile che completamente inutile.

Siamo circa a metà aprile 2013, e mai ho visto in giro su internet un putiferio simile sul mondo dei videogiochi. Sarà colpa delle crisi, non lo so, ma non passa giorno in cui non trovi almeno una pagina di notizie varie intasata di commenti di accuse ed insulti che vanno dal gratuito ad ridicolo. Credo che a peggiorare il clima sia soprattutto il profilarsi della nuova generazione di console, che ha nell'arco di poco tempo dato sfogo a tutta una serie di tifoserie avverse che per anni sono state bene o male calme, pur detestandosi cordialmente. Insomma, siamo al momento del derby, e la cosa si sente anche nei quartieri vicino lo stadio.


Premessa: ognuno ha delle preferenze personali. La cosa è ovvia e indiscutibile, anzi, guai se non fosse così. Non è ovviamente di questo che voglio parlare. Non voglio dire "se amate i videogiochi dovete amare tutti i videogiochi", perché sarebbe un'idiozia colossale; essere critici è fondamentale nella vita, e anche nelle passioni non fa di certo male.

Quello che proverò - forse inutilmente - a spiegare è perché chiudersi in un fortino con tutte le proprie sicurezze secondo me non sia solo inutile, ma pesantemente improduttivo. Prima però credo che potrebbe fare comodo un riassunto delle "puntate precedenti".



Mi sento abbastanza sicuro nel dire che nel corso della sesta generazione di console (PS2 e Xbox, per capirci) la prima abbia abbastanza dominato, almeno commercialmente. Per dirla in modo banale, se andavi a giocare a casa di un tuo amico aveva quasi di sicuro una PlayStation, magari solo o anche un pc, ma in pochi un'Xbox. Il motivo mi sembra abbastanza evidente: Sony viveva un po' di rendita sul successo praticamente incontrastato di PlayStation 1 e un po' offriva un prodotto molto immediato, vario e a buon mercato. Un gioco usato per PlayStation 2 dalle mie parti costava generalmente sui 15-20 euro, quindi ci si poteva togliere più di uno sfizio facendo un giro tra i titoli accumulati sullo scaffale di un negozio. Non che per Xbox fosse molto diverso, sotto questo punto di vista; semplicemente, avendo la console venduto meno di suo ed essendo uscita dopo, la diffusione di giochi, e quindi di giochi usati, è sempre stata minore. Stato delle cose a fine 2005: molti giochi su PS2 e tanti su pc, un po' su Xbox, quasi non pervenute le altre (quelle fisse).

Microsoft, capendo che se vuole avere un futuro nel mercato console deve inventarsi qualcosa, fa la mossa molto intelligente di anticipare di un anno la diretta concorrente. Dato che come l'automobile la console si cambia una volta ogni tanto, una discreta fetta di utenza vecchia e nuova pensa bene che forse è meglio passare alla nuova generazione da subito piuttosto che aspettare un anno al palo con ancora un apparecchio vecchio di più di cinque anni e che comincia sensibilmente a sentire l'età. Sony si rincara poi la dose da sola, proponendo una console dalla potenza sì incredibile ma sostanzialmente inutilizzata, e che finisce per costare di più e dare le stesse prestazioni della concorrenza (o peggiori, perché per ironia della sorte il ritardo di uscita e l'architettura software astrusa rendono complicatissimi i port e molti giochi vengono ottimizzati malissimo). Se dovessi fare un bilancio della settima generazione, direi che siamo bene o male al pareggio: Microsoft ha recuperato metà dei punti partendo di un bel po' in ritardo. Chapeau.

Il pc, intanto, ha vissuto fino ad oggi un po' sulle sue. Certo, molti giochi pensati per essere multipiattaforma hanno toccato entrambi questi mondi, ma è di sicuro vero che ogni generazione che avanza riduce sempre di più all'osso la rosa di titoli di una certa portata in esclusiva console. Il motivo? Che queste esclusive, salvo rarissime eccezioni, sono per una sola delle due console, e quindi si tratta di una scelta più che altro di mercato, non tecnica.

Non mi sono dimenticato di Nintendo, non preoccupatevi. Semplicemente, ai fini di questo discorso la sua importanza è relativa: le sue ultime console domestiche sono sempre state estremamente diverse dalle due big del settore, non puntando a competere ma ad offrire un'alternativa. Questa scelta all'inizio ha pagato, ma credo che una volta spentosi l'entusiasmo iniziale ci si renda oggi conto che Nintendo, separandosi dal mondo, si sta condannando da sola ad un lento quanto inesorabile deperimento. Non perché proponga prodotti di bassa qualità, ma perché è davvero da troppo tempo ferma sempre sulle stesse cose: i giochi sono cambiati dagli anni '80 a oggi, e non solo da un punto di vista tecnico. Negarlo è da suicidi, e penso che presto ce ne si renderà tutti conto definitivamente.

Ora è di nuovo il momento di cambiare automobile, e Sony dà tutta l'impressione di avere imparato dal proprio enorme errore, avendo bruciato questa volta lei la concorrenza sul tempo. Risultato, siamo nel momento di incertezza massima: abbiamo una console quasi completamente nota, una quasi completamente ignota e tutti che speculano su tutto.

E questa è bene o male storia.



Non so se saprò esprimere davvero quello che intendo dire, perché non è un fatto, ma un'atmosfera. L'atmosfera nel mondo dei videogiochi è estremamente tesa, più di quanto secondo me ci si potrebbe aspettare normalmente. L'odio è abbastanza trasversale, e travolge tutto. E' come se l'utenza, di colpo, avesse deciso che è scoppiata una guerra e che dei combattenti uno solo resterà in vita, quindi si fa il massimo per colpire il più duramente possibile gli altri.

Spesso questo si manifesta a livello di fan, ma non mancano casi del coinvolgimento di esponenti di riviste; per fare un esempio eclatante, anche l'ottima PC Gamer, che da sempre ha semplicemente evitato di parlare delle console (come mi sembra giusto che facesse), in questi ultimi due mesi ha periodicamente insultato abbastanza gratuitamente ogni dichiarazione rilasciata da qualche esponente dell'industria sulle future console, in particolare PlayStation 4, argomentando non da giornalisti, come ci si aspetterebbe da dei professionisti, ma da veri e propri fanboy. Per intenderci, un articolo del genere, scritto neanche 24 ore dopo l'evento di presentazione della console, in una rivista seria non mi aspetterei di trovarlo. Va detto che in coda all'articolo stesso l'utenza del sito ha anche fatto notare una miriade di errori e di mezze balle buttate nel mucchio da chi ha scritto, ma non posso non notare che i due commenti con più pollici in su sono rispettivamente:
"I giochi per pc stanno morendo!!!!!!!!!
*Tutti i marketing stomachevoli della next gen per il resto dell'anno*"
"Le console stanno ai videogiochi  come i partiti politici stanno alla struttura politica americana: sono estremizzanti, seccanti, e ostacolano il progresso."

Per non parlare della questione dell'Always Online di Xbox 720, o Xbox New, o Durango che dir si voglia. C'è da dire che, Orth a parte, Microsoft sta facendo letteralmente di tutto per giustificare le voci che si diffondono sempre di più su questo e su altri temi, non dichiarando mai nulla, neppure una data chiara per quando la console sarà finalmente presentata. Forse sono stati colti alla sprovvista da un attacco così massiccio dell'utenza, che non me la sento davvero di definire immotivato nelle argomentazioni, ma che di sicuro lo è nei toni e nella foga. Capisco che si possa essere "spaventati" da una notizia trapelata, ma condannare già a prescindere una console su questa base mi sembra una chiusura mentale un po' eccessiva. Se Microsoft confermerà tutte le peggiori voci che sono uscite sul suo conto allora si meriterà sì parecchi insulti, ma dalla SUA utenza, passata e potenziale futura; e solo allora. Se si ha sempre giocato su pc, su PS o su altro e si ha tutta l'intenzione di continuare così a prescindere, senza neanche voler provare ad allungare il naso fuori (per me è comunque una chiusura mentale, ma capisco che ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole con la sua vita), non vedo la ragione di tanto scandalo. Insomma, personalmente non mi sta troppo simpatica Microsoft, ma non capisco davvero perché mettermi a scrivere ovunque "quelli di MS sono dei bastardi, Sony forever" o cose simili dovrebbe migliorare la situazione, mia o di altri.

La cosa si fa quasi comica quando poi si entra nel merito dei giochi. Perché l'utenza pc sembra sempre più insofferente verso tutto, aspettandosi di essere servita e riverita e chi se ne frega del resto del mondo, finendo per scarica il proprio odio da bambini viziati su tutto e su tutti. Capisco che guardando a casi come Dark Souls qualche domanda sorga spontanea, ma non riesco davvero a capire perché mai in questo mondo dovrebbe essere colpa delle console se il port per pc è stato fatto male. La logica mi suggerisce che, visto che gli sviluppatori neppure volevano farlo per pc, e sono stati spinti da pressanti richieste da parte dell'utenza, un minimo si potrebbe anche provare ad essere comprensivi se al day 1 ci sono dei problemi, e che comunque, se proprio si sente il desiderio di scaricare la rabbia su qualcuno, gli unici con cui prendersela sono quelli che materialmente la conversione l'hanno gestita e fatta.


Di esempi ce ne sono infiniti, ma penso di avere già reso abbastanza chiaro il problema con quanto già detto. Il discorso però non è per nulla finito qui, perché ora arriva la parte che più mi preme e che non mi capacito del perché nessuno riesca a capire da sé: questa guerra per bande non è solamente infantile e stupida, ma estremamente dannosa, per tutti quanti.

E il motivo sta nelle esclusive, proprio quelle tanto snobbate da chi non ne può usufruire (vedi anche l'articolo di PC Gamer linkato prima, tra l'altro). Non so se qualcuno se n'è accorto, ma il mondo dei videogiochi funziona soprattutto per evoluzione; ergo, quasi niente nasce all'improvviso, ma è sempre un'evoluzione di qualcos'altro di precedente. E, se quel qualcosa non è mai esistito, ovviamente anche i prodotti che lo seguono non esisteranno o non saranno comunque così.


Partiamo da chi generalmente più si sente superiore: l'utenza pc, il cui zoccolo duro sta in questi ultimi tempi raggiungendo livelli di saccenza e cecità a dir poco imbarazzanti. E' innegabile che da un paio di anni il mercato pc di videogiochi vada bene, ma facciamo una piccola lista, in ordine cronologico, di giochi che probabilmente non sarebbero mai stati prodotti se le console per cui sono stati pensati originariamente in esclusiva non fossero esistite:

- Final Fantasy (1987, NES) e sequel
- Need for Speed (1994, 3DO) e sequel
- Resident Evil (1996, PS1) e sequel
- Blood Omen: Legacy of Kain (1996, PS1) e sequel
- Metal Gear Solid (1998, PS1) e sequel
- Medal of Honor (1999, PS1) e sequel
- Silent Hill (1999, PS1) e sequel
- Pro Evolution Soccer (2001, PS2) e sequel
- Halo: Combat Evolved (2001, Xbox) e sequel
- Gears of War (2006, Xbox 360) e sequel
- Mass Effect (2007, Xbox 360) e sequel
- Demon's Souls (2009, PS3) e sequel (che, per chi non lo sapesse, è la saga di Dark Souls)

Certo, chi ha bisogno della storia dei videogiochi? Assassin's Creed 26 ha le texture più in accaddì su pc che su console, quindi che vadano al diavolo quei perdenti.

Ovviamente questa lista è estremamente parziale e include solo i titoli che hanno avuto un impatto diretto e innegabile sulla storia dei videogame anche su pc. Potrei cercare di argomentare il perché anche titoli che mai ci sono arrivati, di persona, tramite sequel o che comunque lì non si sono fatti notare - ad esempio God of War, Killzone, o anche più banalmente Spyro - hanno avuto ugualmente un impatto decisivo su certi prodotti esclusive pc, perché hanno determinato un cambiamento negli standard dei loro generi di appartenenza che va ovviamente oltre il confine della console per cui sono nati. Potrei, ma penso che la lista di nomi che ho fatto basti e avanzi.

Per favore, la prossima volta che vedrete qualcuno frignare che le console hanno rovinato i videogiochi e che le usano solo i coglioni che non capiscono che il pc è l'unica via magari fategli gentilmente notare che il coglione è lui, che si guarda (di sfuggita) la punta dei piedi e pretende di capire l'universo.


Ma ne ho anche per gli altri, non vi preoccupate. Perché non mi va davvero giù chi si attacca come un mollusco ad una console e demonizza tutte le altre.

E Xbox Live è a pagamento.
E il PSN è stato attaccato dagli hacker.
E la Wii ha solo giochini da idioti.
E Halo è il miglior gioco di sempre.
E Uncharted vale una console.
E Super Mario è sempre meglio dei giochi di oggi.
E su PS3 i giochi si vedono meglio.
E su Xbox i giochi si vedono meglio.
E su Wii ci sono giochi più vari.
E il miglior controller-

Basta, per favore. Hai una Xbox? Hai una PS3? Hai una Wii? Ti piace la tua console? Allora giocaci e augurale tutto il bene possibile, è sufficiente, credimi. Se ti piace una cosa la elogi già comprandola al posto di un'altra cosa, non serve che poi diventi suo braccio armato! Se poi qualcuno ti chiede "ma perché quella?", allora potrai dire "perché per me è meglio questo, quello...".

Sarò troppo vecchia scuola, ma secondo me la crescente possibilità materiale per tutti di dire a tutti in qualsiasi momento quello che pensano fa anche credere che bisogni dire qualcosa a tutti su tutto, e soprattutto che il proprio parere sia sempre autorevole in materia, a prescindere dalla materia. Ragazzi - e parlo soprattutto alle generazioni più giovani della mia, anche se ovviamente non solo a loro -, non pensate che qualche volta sia sufficiente tenersi i propri pareri per sé, senza dovere su ogni singola cosa convincere il resto dell'umanità della propria idea? Perché bene o male la metà delle cazzate della storia dell'uomo sono nate perché così non si è fatto... e l'altra metà per soldi, ovviamente. Da cui mi riallaccio all'ultimo tema di oggi.



Perché il discorso a questo punto è tronco: non se la si deve prendere con questo e quello, ok. Ma l'industria videoludica di problemi ne ha, e non pochi, e quasi tutti sono molto recenti. Allora con chi bisogna prendersela?


Dato di fatto: il prezzo dei giochi cresce di anno in anno. Motivo? Le produzioni costano di più. Motivo? La tecnologia avanza e si cerca di rimanere al passo. Motivo? Bella domanda. E' colpa di chi continua a giocare a chi ce l'ha più lungo o di chi segue la partita con trepidazione? L'unica cosa che so è che così fra un po' non si potrà andare più avanti, e che chi continua a seguire questo trend finirà con una brutta sorpresa. E allora qual è la soluzione al problema?

Ragioniamoci un attimo. Se ogni anno ogni utente per dei videogiochi è disposto a spendere una certa cifra, che prevede un'oscillazione a seconda della qualità di cosa gli si presenta, i casi sono due: o i costi di produzione, pubblicizzazione ecc. dei singoli giochi divisi il numero di utenti e moltiplicati il numero di giochi all'anno stanno circa su quella cifra che ognuno è disposto a spendere, o qualcuno va per forza in perdita. Matematica.

La scelta più logica che mi viene in mente è ridurre i costi di produzione e puntare sulla qualità (faccio notare che le due cose non sono necessariamente in contrapposizione) per invogliare davvero all'acquisto, ed è quello che mi auguro accadrà, o fra neanche cinque anni il mondo dei videogiochi non sarà più come ce lo immaginiamo ora. Abbiamo una gran bella tecnologia oggi; prendiamo come standard il potenziale delle nuove console, circa? Direi che dirsene scontenti sarebbe davvero da incontentabili. Facciamo che per i prossimi quattro o cinque anni i giochi li si sviluppa tutti bene o male così, in modo che la tecnologia invecchi serenamente, il suo costo si abbassi e di conseguenza quello dei giochi, così che ci si possa concentrare sulla qualità concettuale e meramente realizzativa, le vendite aumentino sia per la qualità che per il calo di prezzi e facciano pari con le spese di sviluppo, vincano i giochi migliori, tutte le aziende decenti riescano comunque a sopravvivere e a convivere e gli utenti trovino sempre qualcosa che li soddisfa?

No, ovviamente no.

Bisogna fare i giochi in serie e cadenzati, aumentando solo la qualità tecnica (spesa) e mandando al diavolo tutto il resto (guadagno), in modo da attirare un'"utenza facile" a discapito della qualità finale del titolo. Più sono cretini gli utenti, più si vende. Più i giochi sono banali più l'utenza diventa cretina. E' davvero qui che vogliamo andare?

Assassin's Creed. Fifa. PES. Need for Speed. Call of Duty. Dead Space. Prossimamente Battlefield. Ci aveva provato anche Medal of Honor, ma era davvero troppo pessimo. Dobbiamo ringraziare soprattutto Electronic Arts se siamo passati dai titoli AAA che puntavano alla novità e alla qualità a quelli che puntavano alla vendita a prescindere, riproponendo una quantità industriale di sequel spesso privi di senso. Perché è vero che di Final Fantasy all'oggi ne sono stati fatti 14 (come titoli pieni RPG, esclusi quindi i 2 o 3 "spin-off"), ma in 24 anni; 21 Need for Speed in 18 anni, con 20 negli ultimi 15, è una cosa ben diversa, spero ce ne si renda condo.

Non che il modello non sia stato apprezzato: subito Ubisoft e Activision hanno colto l'occasione per tramutare i loro titoli di punta del momento in mitragliatrici automatiche. Delle aziende più grandi me la sento di salvare di sicuro almeno Sony, che mai ha sfruttato i suoi brand più celebri facendo lavorare gli studi maggiori a ritmi illogici - vedi God of War, Killzone, Gran Turismo (su cui si può dire tutto, ma questo no), Naughty Dog, Quantic Dream... - pubblicando sì più sequel ma non scendendo mai sotto la soglia dell'uno ogni due anni, che è un tempo ben più ragionevole, e Square Enix, che sulla sua operazione di recupero di tutti i brand più celebri occidentali che ha incamerato con le acquisizioni finanziarie sta sì puntando molto, ma senza esagerare - almeno per ora, o all'oggi saremmo già al quinto o al sesto Deus-Ex, inclusi i vecchi.


Insomma, una volta - per parlare un po' da nonno - l'utente medio guardava com'era il gioco e poi faceva un commento sulla grafica, oggi guarda la grafica e poi fa un commento sul gioco. Non che questo la dica tanto lunga sul senso critico effettivo di chi parla, ma da un punto di vista almeno teorico...

Me la sento di dire che una volta i giochi li compravano i ragazzini e i ragazzi, e c'erano giochi pensati per entrambi. I due generi si sono nel tempo fusi, e persone di tutte le età (anche mentali) oggi hanno spesso davanti quasi solo prodotti pensati per entrambi. Il motivo? Fare due giochi costa di più che farne uno che comprerà anche solo il 75% del pubblico totale. Il problema? La taratura è tendente al ribasso, di recente. Il risultato? I ragazzini si sentono tanto grandi e i ragazzi rimangono dei cretini, perché la facciata è tanto seria ma la sostanza è trascurata e anti-idiota. E il restante 25% degli utenti rimane scontento e basta.

Credo che ci sia questo alla base della grande crisi dei videogiochi di cui tutti parlano sempre ma che nessuno sa mai bene descrivere. Qualcuno ama i giochi per ragazzini, e si aggrappa disperatamente all'ultima ancora dal nome Nintendo. Io personalmente ho sempre amato i giochi per ragazzi, e come tanti altri finisco per fare retrogaming - risparmiando anche non poco. Penso che sopravviverò al momento, sono più che altro spaventato da cosa farà la prossima generazione, che in fin dei conti regolerà il mercato negli anni a venire (il bacino di soldi più grande è e sarà sempre tra i più giovani, in questo settore, e su di loro la qualità dei prodotti sempre si adatterà). Se la cosa peggiorerà ancora il mercato dei videogiochi diventerà identico a quello della musica e del cinema: tante cazzate che vendono tanto, un po' di cose buone che vendono poco e una cosa buona che vende tanto ogni morte di papa.



E' per questo che cerco una disperata ancora di salvezza nel dare voce al passato, a ciò che ci ha portato fino a qui. La mia paura è quella di svegliarmi un giorno e rendermi conto che i giochi per come li ho conosciuti sono morti, schiacciati dal pressapochismo del mercato odierno. Non voglio che i videogiochi finiscano per dividersi in titoli-fotocopia per esaltati che comprano tutto senza capire un cazzo e in indie dalle qualità tecniche ridicole e che puntano più che altro ad essere originali senza neanche capire bene dove andare a parare.

Possibile che non ce la faremo davvero più a produrre un gioco curato, ben fatto, completo?

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