venerdì 17 maggio 2013

Appendice 1, pagina 2: Metal Gear Solid

Metal Gear Solid è uno di quei titoli che in molti conoscono, in molti amano ma in pochi saprebbero davvero descrivere in tutta la loro complessità. Io non sono tra questi. Di sicuro su questa saga si potrebbe dire molto, ma molto di più di quanto scriverò, quindi non abbiatene a male se non trovate giusto che così poco spazio le sua dedicato; la mia analisi prenderà abbastanza alla lontana il merito dei giochi, per descrivere almeno rapidamente le tematiche e il modo in cui vengono trattate.


Metal Gear è uno di quei casi, tipicamente orientali, in cui un argomento ben definito viene trasposto sotto una nuova luce per dargli un nuovo valore o più semplicemente delle nuove regole. L'esempio che mi viene subito è abbastanza stupido, ma confido che tutti lo capirete: Holly e Benji. E' un cartone tutto incentrato sul calcio ma che con il calcio reale ha poco o nulla a che fare. Ovviamente qui siamo ad un altro livello, ma il principio alla base di tutto è lo stesso. Tema: soldati e spionaggio tattico.

L'elemento di straniamento non è semplice da identificare; diciamo che la "fisica" della guerra non è perfettamente rispettata, anteponendo capacità (in certi casi al limite del sovrannaturale) di vari tipi alla funzionalità di una pallottola. Alla base del grosso di tutto questo ci sono le nanomacchine, un tema che permea in silenzio praticamente tutti i titoli della serie e che di fatto è alla base dello sviluppo della storia.

Ma non c'è solo questo. Viene sempre data una rilevanza assoluta al valore e all'onore militare, che fanno da base a tutta la "morale" della vicenda. Non manca neanche un discreto gusto per la complessità logica degli eventi, che dalla situazione apparentemente più chiara possono rivelare una serie infinita di colpi di scena - abbastanza fini a se stessi, ma sempre d'effetto e mai esagerati, tranne forse in una manciata di casi (ma più per il merito di quello che succede che per il colpo di scena in sé).


La storia dei vari giochi è sia abbastanza compiuta di volta in volta che collegata ad altri titoli, precedenti e in rari casi anche futuri. Più si è andati avanti, inevitabilmente, più le "spiegazioni" si sono fatte pressanti rispetto agli eventi. Questo ha portato ad un Metal Gear Solid 4 che per una buona metà del tempo materiale di gioco spiega delle cose; e sono tutte spiegazioni dovute, per carità.

Seguire la trama di tutta la vicenda è molto complicato, perché similmente a quanto succede in Legacy of Kain non si hanno davanti chiaramente tutti i personaggi, che agiscono man mano, ma ci sono "forze altre" all'opera, che vengono rivelate col tempo. Va poi notata una particolare focalizzazione sulla rilevanza assoluta di quasi tutti i personaggi agenti rispetto alle "persone normali". Sempre esattamente come in Legacy of Kain, tutti i personaggi che si incontrano hanno una valenza unica, qui probabilmente anche maggiore; l'unica differenza è che la loro lotta, in questo caso, non è per vincere sugli altri, ma per uno scopo, pratico o ideologico che sia.


Un merito particolare deve andare a diverse sequenze di dialoghi sparse nel corso dei titoli, capaci di convogliare sia una tensione emotiva che una poesia difficilmente raggiunta nella storia dei videogiochi (complice, spesso, anche l'ottima colonna sonora). Il filmato "quasi finale" di Metal Gear 4, quello dell'incontro al cimitero tra Solid Snake e Big Boss, è un degnissimo riassunto di tutte le caratteristiche principali della saga dal punto di vista delle tematiche, dello stile e della complessità, e invito quindi coloro che ancora non l'abbiano fatto a vederlo, qui e poi qui, per capire cosa è in concreto questo titolo meglio di quanto io abbia provato effettivamente a spiegare (c'è un potenziale "pericolo spoiler", ma credetemi, se non avete mai giocato a nessun Metal Gear riuscirete a stare talmente poco dietro alle spiegazioni che non vi verrà di fatto rivelato nulla).

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